Art. 36
Infrastrutture
puntuali
1.
Relativamente al sistema dei
porti, il PIT
assume quale
gerarchia dell’organizzazione portuale
della Toscana quella
individuata dal
P.R.I.T.
2. Il PIT
individua quale sistema portuale commerciale di livello
internazionale
e nazionale della Toscana quello
incentrato sui 3
scali commerciali
di Livorno, Marina
di Carrara, Piombino,
complementari
fra loro per la presenza di attracchi di navi con
carico di merci gommati, che generano traffico finalizzato allo
sviluppo del
cabotaggio.
3. Le caratteristiche di complementarietà, pur con vocazioni e
tendenze
diversificate, costituiscono un elemento da rafforzare
attraverso
il coordinamento degli strumenti
di pianificazione
territoriale coordinati
con gli strumenti
regolatori degli
assetti
portuali.
4.
Relativamente al porto
di Livorno, il
PIT assume quale
riferimento
per la programmazione e lo sviluppo delle attività
portuali e
dei servizi ammessi,
il PIT indica
i seguenti
riferimenti
programmatici:
- il riordino delle attività produttive in ambito
portuale e
nelle aree
adiacenti, per assicurare gli spazi necessari per i
servizi portuali ed i traffici marittimi;
- la valorizzazione degli edifici e
manufatti storici presenti
all’interno del sottosistema (Torre del
Marocco, fortificazioni
del Porto Mediceo);
- la
valorizzazione della Fortezza Vecchia, subordinatamente alla
verifica delle conseguenze idrauliche e
marittime;
- la realizzare all’interno del Porto
Mediceo di strutture a
servizio
della nautica da
diporto e della
navigazione
crocieristica;
- il
miglioramento dell’infrastrutturazione del porto;
- la realizzazione della vasca di colmata alla
Darsena Toscana a
cui attribuire funzioni portuali;
- la realizzazione del Molo Italia
secondo quanto previsto dal
Piano regolatore portuale del 1953:
- la localizzazione di
servizi d’interesse generale
quali
l’impianto di depurazione della acque di
zavorra;
- il miglioramento
della sicurezza ambientale in ambito portuale;
- la conferma della localizzazione dell’impianto di stoccaggio
conto terzi e trattamento rifiuti tossico
nocivi;
- il tombamento
del canale dei Navicelli nel tratto della Darsena
Toscana al Calambrone, subordinato alla
realizzazione del nuovo
sbocco a
mare alla foce dello Scolmatore; e per quanto attiene
le attività collaterali:
- la trasformazione in porto del Porto
Mediceo;
- la
realizzazione della stazione marittima intesa come parte
integrante della città;
- la
trasformazione in centro per la nautica,
servizi e
attività terziarie con quote
per la residenza e per le
attrezzature ricettive di parte del
cantiere Orlando;
- la
realizzazione di una
linea di trasporto
pubblico
integrato ad alta frequenza.
Il PIT assume inoltre, quale azione
programmatica ai fini del
potenziamento delle
attività portuali, quanto
contenute
nell’apposito
Accordo di Programma del 26/9/97 tra la
Regione la
Provincia, il
Comune e l’Autorità portuale di Livorno.
5.
Relativamente al porto
di Carrara, il
PIT assume quale
riferimento
per la programmazione e lo sviluppo delle attività
portuali e dei
servizi annessi, le previsioni d’assetto contenute
nel Piano
Strutturale del Comune di Carrara e cioè:
- il nuovo raccordo ferroviario, da attestarsi, di massima, tra
la sponda
sinistra del Carrione ed il Viale
Zaccagna, fatte
comunque
salve le verifiche
di compatibilità tecnica
e
funzionale che sostituirà il
tracciato previsto dal vigente
PRG del Porto;
- la realizzazione del trasporto su gomma e su ferro che dovrà
migliorare l’interferenza con la viabilità
locale. Particolare
attenzione, in prospettiva, dovrà essere
posta alla previsione
di adeguate opere infrastrutturali e di
servizio dentro e fuori
l’area portuale connesse alla nautica
crocieristica;
- lo sviluppo dell’area retroportuale
con funzioni legate
a
servizi portuali ed al traffico marittimo.
6. Relativamente al
porto di Piombino,
il PIT assume
la
previsione
delle opere programmate dal Piano
Regolatore Portuale
oltre al prolungamento della S.S. n. 393 da Montegemoli fino al
porto stesso.
7.
Relativamente agli altri scali portuali, per gli
scali di
Viareggio e Porto S. Stefano, preso atto della forte
contrazione
del traffico
commerciale, gli strumenti
di pianificazione
territoriale
e gli strumenti regolatori degli assetti portuali
dovranno incentivare le
funzioni di porti
a servizio delle
attività di crociera e
di traffico passeggeri e turisti;
lo
scalo di Portoferraio dovrà essere potenziato, oltre che per i
collegamento con
l’Elba, per la
crescita del traffico
crocieristico. L’assetto
del porto di
Viareggio, anche in
rapporto
all’immediato contesto urbano, dovrà
tener conto delle
attività
cantieristiche.
8.
Relativamente alle unità portuali turistiche, il PIT assume
l’organizzazione d’insieme
della portualità
turistica
determinata
dal Piano Regionale di Coordinamento dei
Porti e
degli
approdi turistici con le relative
previsioni localizzative
e
dimensionali. Il PIT indirizza la
programmazione della rete
delle unità portuali turistiche nel contesto della
promozione e
qualificazione
della costa toscana attraverso
l’organizzazione e
l’integrazione
delle strutture e dei servizi
a supporto delle
attività
turistiche nel loro complesso. Con la revisione
del
piano regionale, oltre alla
riconferma delle previsioni e degli
ambiti
localizzativi già individuati, dovrà incentivarsi:
a) il ruolo, la
promozione e la
regolamentazione di punti di
ormeggio che possono assumere il ruolo di
veri e propri "porti
verdi"
anche attraverso la
riqualificazione dei sistemi
idraulici minori;
b) la dotazione di
attrezzature, servizi e parcheggi
per le
unità portuali turistiche, nonché la dotazione di eventuali
collegamenti collettivi, concorrendo anche
alla
riqualificazione degli insediamenti
esistenti;
c) la compatibilità con gli aspetti territoriali ed ambientali
delle nuove realizzazioni;
d) la riqualificazione e
la ristrutturazione delle
unità
portuali esistenti in rapporto
al complesso delle attività
portuali.
9.
Relativamente al sistema dei centri di servizio al trasporto
merci, il PIT inquadra
il ruolo dei centri intermodali
ed a
servizio
del trasporto delle merci nell’ambito di una strategia
generale che
vede l’esigenza primaria
di un sostanziale
trasferimento
dalla strada ad
altre modalità di
una quota
consistente della
movimentazione delle merci,
al fine di
recuperare
livelli di economicità complessiva del
settore, e di
interconnettere
il sistema regionale di distribuzione delle merci
con quello del nord
Europa in termini tecnologici
(trasporto
combinato)
e funzionali (rottura di carico).
Alle finalità di
cui sopra il PIT
definisce la rete di centri di servizio modali
(interporti, centri
intermodali, autoporti e
terminal),
indispensabili
allo sviluppo dell’intermodalità e del
trasporto
combinato.
10. Il PIT
persegue inoltre:
a) la realizzazione di aggregazioni fra imprese
anche attraverso
previsioni
infrastrutturali che possono
rendere più
competitiva e razionale la piccola attività
di trasporto, che
nel suo
complesso rappresenta però
l’attività più diffusa
nella regione, indirizzando la
programmazione di settore;
b)
l’attuazione immediata di piccole strutture (aree di sosta o
servizio)
che oltre ad
apportare un immediato
e dovuto
miglioramento sulle condizioni di lavoro e di sicurezza degli
operatori dell’autotrasporto, possono
promuovere l’innovazione
nel settore.
11. Il PIT
riconferma l’articolazione delle tipologie degli scali
a servizio
del trasporto merci
definita dal P.R.I.T.,
ed
individua le
seguenti infrastrutture:
a) gli interporti di
Livorno Guasticce e di Prato
Gonfienti,
prevedendo per entrambi una
adeguata dotazione di raccordi
ferroviari
necessari alle finalità
di cui al
presente
articolo;
b) le previsioni
di centri intermodali
da localizzarsi nei
seguenti ambiti territoriali:
- area del marmo;
- area
della Val di Cornia al
fine di razionalizzare la
movimentazione delle coste a sud di
Livorno;
- area della Lucchesia (solo terminale
intermodale);
- area grossetana
- area senese
- area aretina
Il
centro intermodale dell’area
aretina è già
stato
localizzato nella zona dell’Indicatore nel
comune di Arezzo da
un
apposito Accordo di
Programma; per gli
altri ambiti
spetterà
ai piani territoriali
di coordinamento delle
province, in
accordo con i comuni interessati ed in relazione
alle infrastrutture ferroviarie esistenti, la localizzazione
dei centri a servizio del trasporto merci.
c) gli scali merci
ubicati in aree ferroviarie e destinati alle
composizioni dei carichi per
il trasporto su ferrovia:
in
attuazione dell’Accordo Quadro tra
Ministero dei trasporti -
Regione - FS - TAV per il quadruplicamento
veloce della tratta
Firenze-Bologna, di seguito denominato Accordo Quadro A.V. e
desunti dagli strumenti urbanistici dei comuni,
sono così
individuati:
- Firenze Castello;
- Lucca;
- Massa;
- Fiorentina di Piombino;
- S. Giovanni Valdarno;
- Rosignano;
- S. Miniato.
12.
Relativamente agli aeroporti, il PIT individua gli scali di
Pisa e Firenze quali
infrastrutture principali a
servizio del
trasporto
aereo per il traffico di linea, il
traffico merci ed i
voli
charter e riconosce
nell’integrazione fra i
due scali
l’opportunità
per la Toscana di assumere il ruolo di
terzo polo
aeroportuale
nazionale. Il sistema aeroportuale toscano è poi
completato dagli
scali aeroportuali di Grosseto, Marina di Campo,
Siena
Ampugnano, Lucca Tassignano, Arezzo Molin
Bianco e Massa
Cinquale.La Regione
preciserà la struttura
del sistema
aeroportuale
toscano e la funzione dei diversi scali
nel sistema
generale della
mobilità.